Il lavoro
dipendente per gli
stranieri in Brasile, il visto di
lavoro subordinato, normative, procedura e i nostri consigli.
Abbiamo
trattato
in altri articoli il tema degli investimenti e dei visti per
stranieri
dal
punto di vista legale e delle attuali normative vigenti in Brasile,
ci sono giunte molte
richieste
di informazione su un visto in particolare,
ossia quello di lavoro dipendente.
Il tipico visto di lavoro
subordinato in Brasile ha la durata da tre
mesi a due anni prorogabili ed è concesso
dal ministero del lavoro brasiliano (Ministeiro
do Trabalho -
https://empregabrasil.mte.gov.br/
-
http://trabalho.gov.br/).
Il visto di lavoro dipendente non viene concesso in Brasile;
quindi non si può entrare in Brasile con
visto di visita (turismo), ottenere il
visto di lavoro e rimanere nel paese per lavorare.
L'impresa che intende assumere deve
inoltrare una richiesta specifica e nominale al ministero del lavoro che
a sua volta, se approvata, passa al consolato in Italia di Roma o Milano
che appone il visto sul passaporto del beneficiario, che poi potrà
quindi entrare in Brasile con il visto di lavoro ed essere regolarmente
assunto dalla impresa che lo ha "chiamato", nella procedura
Il consolato in Italia chiederà al beneficiario il passaporto con
validità residua di almeno sei mesi, il
certificato del casellario giudiziale e carichi pendenti
dal quale dovrà risultare "nulla" su entrambi.
Da evidenziare
comunque una importante apertura della
legge 13.445 del 2017 (art.13) che da la possibilità a chi entra in
Brasile con
visto di visita (turismo)
di effettuare prestazioni
"occasionali" e ricevere pagamenti sia da imprese che enti pubblici;
non si tratta di lavoro dipendente ma di una situazione che può dare la
possibilità di entrare in contatto con imprese che poi potrebbero
assumere, o di maturare una breve esperienza in un nuovo ambiente di
lavoro.
Tornando al lavoro subordinato vero e proprio, buona parte delle
richieste di visto per lavoro subordinato viene nella pratica
rigettata per “indizio di sostituzione di mano d’opera
nazionale”; significa che per assumere uno straniero una
impresa in Brasile deve “convincere” il ministero del lavoro che non ha
trovato un brasiliano qualificato e disponibile ad adempiere ad
una specifica mansione e per tale ragione si vede costretta ad assumere
uno straniero; una regola rigida e protezionistica,
che
da al ministero del lavoro la facoltà di decidere caso per caso e di
rigettare senza particolari vincoli la richiesta di visto presentata
dall’impresa.
Pur trovando quindi una impresa disposta ad
assumere si hanno poi non tante probabilità di ottenere il visto di lavoro,
le probabilità aumentano quando nella realtà si presenta una richiesta
per una mansione tecnica di medio o alto livello, quelle dove nella
realtà le aziende insediate in Brasile possono giustificare di aver
necessità di quella figura professionale qualificata, difficilmente
reperibile a livello nazionale.
Raramente un cameriere o operaio
generico si vedrà approvato un visto di lavoro dipendente, al contrario
le possibilità aumentano per un cuoco qualificato
o
per un tecnico altamente specializzato. Ad esempio, le grandi imprese
italiane insediate in Brasile vedono nel loro organico lavoratori
italiani in mansioni dirigenziali, quadri e
funzioni
altamente tecniche, tutte le mansioni ordinarie e di manovalanza vengono
reperite nel mercato nazionale. Anche con l’attuale normativa
RN
nº. 13, de 12 de
dezembro de 2017, relativa alla
concessione del visto permanente per investitori, nella richiesta di
visto per il socio investitore l’impresa si deve presentare in un
piano di investimenti che prevede assunzioni di personale oriundo
brasiliano, è data poi possibilità di assumere dirigenti e funzionari
esecutivi stranieri a quelle imprese che hanno investito in Brasile
almeno
un certo capitale ma parallelamente
sempre garantendo una assunzione di brasiliani; come si vede, se si
concede qualcosa allo straniero tutto obbliga l'impresa verso
l’assunzione di personale locale in proporzioni ben maggiori; questo
anche quando le imprese sono costituite da totale capitale straniero.
Detto questo, la nostra idea è che trovare un lavoro dipendente in
Brasile
non è facile, in quanto anche riuscendo a
trovare l’impresa che vuole assumere, da straniero, si ci scontra poi
con una legge sui visti di lavoro che protegge molto il lavoro
interno; le probabilità aumentano appena quando si fa riferimento a
mansioni tecniche specifiche di media o alta qualificazione.
Figure molto qualificate, di livello accademico, sembrano essere al
contrario gradite dal ministero del lavoro; inquadrando tale fattispecie
sul piano del trasferimento di tecnologie e conoscenze che entrano nel
paese e possono contribuire allo sviluppo; in pratica se lo straniero
entra a lavorare deve essere capace di apportare un reale beneficio
all'impresa che lo assume o, in contesto più ampio, a tutto il paese.
Che trovare un lavoro dipendente in Brasile sia difficile comunque non
vuol dire che sia impossibile, nonostante gli italiani non siano tra i
primi come numero di contratti stipulati, più di altre nazioni l'Italia
ha in Brasile una massiccia presenza di residenti, lavoratori ed anche
importanti imprese già da tempo ben insediate nel paese, oltre a
tantissime medie e piccole imprese, ad esempio, la nostra
TIM è la
seconda operatrice di telefonia mobile nel paese e la
FIAT ha il suo
più grande stabilimento nella città di Belo Horizonte, la nostra
ENEL ENERGIA ha
rilevato la rete energetica di vari stati del Brasile, chi cerca
un lavoro, potrebbe ad esempio cominciare proprio da questo; ossia
dalle imprese italiane presenti in Brasile. Consiglio importante per chi
cerca un lavoro in Brasile è di qualificarsi nel
proprio settore specifico di lavoro, magari cercando di ottenere nuovi
titoli e documenti di qualificazione; documentare una buona
qualificazione aiuta nella ricerca e particolarmente nella
concessione del visto di lavoro come abbiamo specificato sopra in
questo articolo, ed infine ma non meno importante se affianco ad un
discreto portoghese
si parla un fluente inglese questo può fare la differenza;
nonostante la vocazione turistica del paese i brasiliani che parlano un
buon inglese sono ancora pochi, anche in quei settori in cui la
conoscenza di questa lingua è importante.
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29/01/2020
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